IN MARCIA PER IL CLIMA
- emissioni di CO2
+ efficienza energetica
+ energie rinnovabili
Le organizzazioni che hanno costituito il comitato promotore della manifestazione IN MARCIA
PER IL CLIMA si riconoscono nell’appello, con cui è stata promossa la manifestazione, che indica
con molta chiarezza lo spirito propositivo con cui vogliamo muoverci e i temi su cui ci stiamo
mobilitando. Noi vogliamo costruire nel Paese una spinta ed una consapevolezza sempre più
diffusa perché l’Italia abbracci con forza e coraggio una politica attiva contro i cambiamenti
climatici, per mitigarne, nel più breve tempo possibile, gli effetti.
Per rispondere a questi intenti stiamo dando vita ad una larga alleanza per il clima tra tante
organizzazioni diverse e ci impegniamo a portare avanti insieme un lavoro di chiarimento, di
approfondimento e di ulteriore elaborazione sui punti che qui di seguito indichiamo, per poter
arrivare nelle prossime settimane a mettere a punto un vero e proprio programma di lavoro
condiviso.
Per una CARTA DI IMPEGNI
I cambiamenti climatici non riguardano il futuro, ma l’oggi. E’ necessaria una svolta che
produca decisioni per superare ritardi e resistenze, visto che a livello mondiale le emissioni sono
aumentate e a questo risultato negativo l’Italia ha dato un contributo fin troppo rilevante.
1) Il negoziato internazionale. Nel prossimo appuntamento per il negoziato internazionale,
previsto per il 2009, occorre che tutti gli Stati con economia avanzata, inclusi gli Stati Uniti,
sottoscrivano impegni vincolanti rispettivamente di forte riduzione delle emissioni. Anche i
paesi in via di rapido sviluppo, come Cina e India, devono contribuire a contenere le
emissioni nei principali settori, nel contesto dello sviluppo sostenibile e con l’aiuto dei paesi
già sviluppati. Inoltre, vanno da subito adottate politiche di adattamento e mitigazione e
oltre a decidere il piano di azione condiviso si dovranno definire le risorse e dove si
reperiscono.
2) L’Europa. L’Europa ha dato un segnale forte in questi ultimi due anni, dando la
disponibilità ad una riduzione del 30% delle emissioni in un accordo globale e aprendo la
strada ad un nuovo percorso internazionale per superare i ritardi e le resistenze. Per questo
noi siamo orgogliosi di essere cittadini europei.
Inoltre la decisione vincolante del 20-20-20 (riduzione del 20% di emissioni di CO2,
incremento del 20% di fonti rinnovabili e di efficienza energetica) assunta dall’Europa in
maniera unilaterale, indipendentemente dall’esito del negoziato internazionale, è un passo in
avanti di notevole importanza ed è il nostro punto di riferimento.
3) La politica italiana. Chiediamo al Governo Italiano, al Parlamento, ai Presidenti delle
Regioni e agli Amministratori locali, insomma a tutti i decisori politici, di assumere obiettivi
coerenti con le potenzialità dell’Italia e del suo territorio, stabilendo precise responsabilità e
meccanismi sanzionatori, chiudendo con la politica del rinvio e con la richiesta di sconti
ulteriori (già troppi ne sono stati concessi), che stanno portando l’Italia fuori dall’Europa e
finiranno per accelerarne il declino economico industriale e sociale.
Chiediamo piuttosto che il Paese diventi un protagonista nel contesto europeo contribuendo
attivamente alle scelte necessarie per dare attuazione alla strategia del pacchetto “Clima ed
Energia” UE, affinché l’Italia non sia più il fanalino di coda dell’Europa.
4) La legge finanziaria. Chiediamo che, a partire da quest’anno, la legge finanziaria sia
pensata e progettata ponendosi come obiettivo che il complesso delle politiche sia
finalizzato al raggiungimento, di obiettivi annuali quantitativi precisi nel percorso previsto
per l’Italia dalla strategia europea.
5) Il modello energetico. Nell’ottica di una responsabilizzazione collettiva, occorre dare pieno
slancio alle misure di efficienza energetica, convenienti per il sistema paese e capaci fra
l’altro di alleggerire il peso economico delle scelte energetiche per tutti gli strati sociali.
Inoltre, diciamo sì al modello distribuito e quindi alla democrazia energetica; sì alle
rinnovabili nel rispetto del territorio, garantendo pieno sviluppo e salto di qualità ad eolico,
solare termico e fotovoltaico, anche attraverso la piena ed articolata realizzazione del Conto
Energia. La scelta per la transizione dovrà garantire l’uso sempre più efficiente dei
combustibili e sviluppare il gas e la cogenerazione in tutti i settori e distribuita nel territorio.
La scelta del nucleare - fermo restando la necessità di sviluppare ulteriormente la ricerca in
tale settore - appare oggi ideologica e non basata sulla realtà dei fatti, pertanto essa non deve
pregiudicare le risorse finanziarie a danno delle politiche di efficienza e delle rinnovabili.
Non è infatti rinviabile un massiccio investimento nella ricerca a favore delle politiche di
efficienza e di sviluppo delle rinnovabili nonché per rinvenire soluzioni pienamente
sostitutive dei combustibili fossili, che non aggravino i rischi per la sicurezza internazionale
e consentano, allo stesso tempo, lo sviluppo economico e quello di democrazia e libertà.
6) Edilizia e Territorio. Occorre investire in un grande progetto di rinnovo del patrimonio
edilizio, che sviluppi innovazione ed occupazione, che renda più vivibili le abitazioni, che
dia risposta al bisogno abitativo ormai diffuso. Bisogna ripensare lo sviluppo di città e paesi,
arrestando la dispersione di residenze, centri di produzione, servizio e commercializzazione,
che determina consumo di suolo e alta domanda di mobilità, per non perdere quel
patrimonio paesaggistico e territoriale che caratterizza il nostro paese e quel patrimonio di
relazioni di prossimità, servizi, lavoro, che qualifica la coesione comunitaria, radicata nei
nostri piccoli e grandi centri urbani.
7) Mobilità. La priorità è investire in infrastrutture, innanzitutto su rotaia, che migliorino la
mobilità urbana, a partire da quella dei pendolari. Bisogna ridurre e scoraggiare il traffico
privato, favorendo il trasporto pubblico e la mobilità leggera. In questo quadro, la bicicletta
può fare molto, in quanto indicatore di qualità ambientale e fattore incisivo nelle politiche
della mobilità, a patto che si agevoli l’uso modale della bicicletta. Chiediamo inoltre che
nella legislatura le Regioni siano responsabilizzate con obiettivi precisi di riduzione delle
emissioni di CO2 dei trasporti e che, quindi, siano ridefinite le priorità infrastrutturali.
8) Sistema produttivo. Il rispetto delle direttive europee non può trasformarsi in crisi
dell’industria italiana, che deve essere invece più attenta alle opportunità create dalla
strategia europea, rinnovando i processi, i prodotti e le politiche di marketing pubblicitario
che influenzano la fiducia dei consumatori nei confronti dei prodotti a basso consumo ed
emissioni, quindi creando nuova occupazione e maggior sicurezza nei posti di lavoro, così
come è avvenuto in molti Paesi Europei – a partire da Germania e Spagna - che con più
decisione hanno puntato sulle energie rinnovabili.
9) Agricoltura. Bisogna finalmente riconoscere il contributo positivo che l’agricoltura può
portare alla battaglia contro i mutamenti climatici e si devono promuovere tutte quelle
pratiche agricole ecocompatibili che oltre a rispettare maggiormente l’ambiente
aumentano l’assorbimento di CO2. L'incontro, utile e necessario, tra agricoltura e
innovazione energetica deve avvenire all'insegna di una valutazione coerente del bilancio
energetico e ambientale di ogni scelta e intervento e nel rispetto della vocazione non soltanto
economica delle attività agricole.
10) Mare e fascia costiera. E’ necessario attuare e rafforzare le politiche ambientali per la
tutela e la salvaguardia dell’ecosistema marino e per una gestione razionale e durevole delle
risorse biologiche, per contribuire a contrastare i fenomeni che minacciano i già fragili
equilibri su cui si basa lo sviluppo sostenibile dei territori costieri.
11) Biodiversità. Le misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici diano
benefici anche alla tutela della biodiversità, per raggiungere questi obiettivi e frenare la
perdita di biodiversità un ruolo importante lo devono svolgere le aree protette che vanno
potenziate e valorizzate.
12) Solidarietà e Interdipendenza. Nel mondo globalizzato i cambiamenti climatici
rappresentano un fattore di crisi, ma la lotta per contrastarli può divenire un potente fattore
di sviluppo delle politiche di cooperazione, per accrescere la quota da mettere a
disposizione da parte dei paesi ricchi, per incrementare la sovranità alimentare e la
democrazia energetica, per realizzare una sostanziale politica di interdipendenza.
Come organizzazioni che si sono alleate nel Comitato Promotore “In marcia per
il clima” chiediamo che l'Italia si metta alla testa della strategia UE di riduzione
delle emissioni e di sviluppo dell’efficienza delle rinnovabili, e come cittadini e
associazioni mettiamo in campo iniziative e impegni nostri
concreti in questa direzione.
- Vogliamo organizzare campagne per diffondere pratiche di risparmio energetico attraverso
la modifica degli stili di vita in casa, nella mobilità, nel territorio, per essere attenti negli
acquisti alla “classe” degli elettrodomestici, a risparmiare acqua dell'acquedotto, a privilegiare
mezzi pubblici e bicicletta, a differenziare quote crescenti di rifiuti nelle nostre case, per
consentire forti risparmi di energia nella fabbricazione di nuovi prodotti,
- Vogliamo investire nell'efficienza energetica nelle case per dimezzare i consumi di petrolio,
applicare collettori solari termici in modo da recuperare un inspiegabile ritardo rispetto agli altri
paesi europei, coprire di pannelli elettrosolari i tetti delle nostre case,
- Vogliamo facilitare con incentivi significativi e semplificazione delle procedure l’adozione di
sistemi domestici e per le piccole imprese di produzione di energia alternativa,
- Vogliamo impegnare i gestori di energia elettrica in campagne periodiche di
sensibilizzazione sulle energie alternative,
- Vogliamo rilanciare la cooperazione con gli enti locali per diffondere l’uso di fonti
rinnovabili,
- Vogliamo aumentare l’efficienza energetica dei motori marini per esercitare una pesca ed
una acquacoltura responsabili,
- Vogliamo promuovere il consumo di prodotti agricoli biologici, favorire l’affermazione della
filiera corta e diffondere l’organizzazione di mercati locali,
- Vogliamo adottare come strumento necessario per l’organizzazione delle attività e
manifestazioni il bilancio preventivo ambientale e azzerare, attraverso azioni di riduzione,
contrasto e compensazione, la CO2 emessa.
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