giovedì 19 marzo 2009

1 FESTIVAL GRUPPI EMERGENTI 2009/ REGOLAMENTO

1° Festival gruppi emergenti 2009
REGOLAMENTO UFFICIALE
Edizione 2009

ARTICOLO 1
Sono ammessi al 1° FESTIVAL GRUPPI EMERGENTI 2009 tutti gli artisti e band
ORIGINAL BAND
Band con un’età media di 16 anni che propongono pezzi propri
INTERPRETI & COVER BAND
artisti e band con una età media di 16 anni che propongono pezzi cover e/o pezzi inediti.
Per le band si calcola l’età media dei componenti.

ARTICOLO 2
Per partecipare al FESTIVAL GRUPPI EMERGENTI 2009" è necessario:
• Compilare e consegnare la domanda d'iscrizione
moduli disponibili presso il locale CHAIKHANA in via De Amicis 13 (dietro il comune) oppure presso IL METRONOMO strumenti musicali in via Colle Patito 5.
• Una volta effettuata tutta la procedura d'iscrizione al festival gli artisti in base alla loro categoria seguiranno il seguente percorso:

PERCORSO DEL FESTIVAL PER TUTTE LE CATEGORIE
1. FASE PRELIMINARE
2. SECONDA FASE
3. TERZA FASE /LA FINALE

ARTICOLO 3
FASE PRELIMINARE
Le serate si svolgeranno presso il locale CHAIKHANA e per tutto il periodo della manifestazione.
1. I partecipanti “singoli” (o duo) dovranno esibirsi dal vivo con l'ausilio della sola base musicale (in CD) sulla base musicale in nessuna delle fasi è ammessa la presenza della traccia di voce solista, mentre sono ammessi i cori. Il singolo può accompagnarsi con la chitarra (amplificabile) o tastiera. Le “band” e le “cover band” dovranno suonare e cantare dal vivo.
2. Le band concorrenti dovranno provvedere autonomamente a tutta la strumentazione personale necessaria per la propria esibizione.

L’organizzazione si limiterà, in tutte le fasi del concorso a disporre :
1. una batteria,
2. due amplificatori per chitarre,
3. un amplificatore per basso,
4. l’impianto audio
5. Gli iscritti minorenni, componenti del gruppo o singoli, dovranno essere accompagnati da un genitore, oppure da un maggiorenne, delegato dal genitore o da chi ne detiene la patria potestà, in forma scritta che dovrà presentare all’organizzazione, oltre alla delega, una fotocopia di un valido documento di identità del delegante.
6. Il brano può essere edito, inedito, italiano o lingua dialettale, e straniero.
7. I brani che si intendono presentare, dovranno avere una durata massima di 5 minuti e sarà compito della commissione artistica valutare eventuali eccessi nelle parole e nei contenuti del brano che possano diffamare il comune senso del pudore.

ARTICOLO 4
SECONDA FASE -
Dalla seconda fase saranno scelti i finalisti per ogni categoria.
1. Il giudizio della commissione artistica sarà insindacabile e comunicherà successivamente sul sito esito con le gli artisti e le band che accedono alla terza fase – la semifinale.
2. Per le direttive tecniche dell’esibizione valgono tutti i punti esposti nell’articolo 3.

TERZA FASE – LA FINALE
1. I finalisti si esibiranno come tutte le altre fasi: cantautori, interpreti e junior con la base su cd e voce rigorosamente dal vivo, per le band tutti i componenti dovranno suonare e cantare dal vivo.
2. Spetta solo ed esclusivamente all'organizzazione diffondere attraverso i mass media l’autorizzazione di ripresa video e audio, ed eventualmente, una o più sponsorizzazioni.
3. Per gli Artisti non ci sarà nessun compenso.
4. L'organizzazione risponde alle spese emanate della SIAE in materia di concorsi.
5. L'organizzazione si riserva espressamente, in caso di inadempienze al presente da parte degli iscritti, il potere di esclusione in qualsiasi momento, gli stessi dal concorso.
6. L'organizzazione garantisce ai partecipanti che l'unico metro di valutazione, adottato con la massima trasparenza dalle commissioni giudicatrici, sarà il requisito artistico che i concorrenti dimostreranno di possedere durante le loro esibizioni, compreso la grande serata finale che prevede premi importanti offerti dall’organizzazione
ARTICOLO 5
PREMI FINALI
Il premio finale consiste in buono offerto da Chaikhana e da Il Metronomo, pari nalla somma di €200,00 da spendere presso Il Metronomo.

ARTICOLO 6
I partecipanti, iscrivendosi, garantiscono l'organizzazione sollevandola da eventuali responsabilità, assicurando di non violare con la propria esibizione, i diritti di terzi.

ARTICOLO 7
L'organizzazione si riserva il diritto di apportare in qualsiasi momento, modifiche al presente regolamento.

ARTICOLO 8

Tutte le controversie saranno decise con lodo arbitrale da un collegio composto da tre persone: un rappresentante
dell'organizzazione, un rappresentante del ricorrente ed il terzo deciso di comune accordo tra i due.

1 FESTIVAL GRUPPI EMERGENTIN 2009

venerdì 13 marzo 2009

Le crisi umanitarie dimenticate dai media. Rapporto 2008 di MSF


MSF pubblica il rapporto annuale sulle crisi dimenticate nel 2008 e lancia la campagna “Adotta una Crisi Dimenticata”
Medici Senza Frontiere (MSF) presenta il quinto "Rapporto sulle Crisi Dimenticate ": il rapporto comprende la "top ten" delle crisi umanitarie più gravi e ignorate dai media a livello internazionale nel 2008 - top ten compilata da Medici Senza Frontiere - e un'analisi realizzata dall'Osservatorio di Pavia sullo spazio dedicato dai principali telegiornali italiani alle crisi umanitarie nel 2008.




Sono sempre meno le notizie sulle crisi umanitarie nei TG italiani
Roma, 11 marzo 2009 - Medici Senza Frontiere (MSF) pubblica oggi il nuovo rapporto sulle crisi umanitarie più gravi e ignorate dai media nel 2008. Il rapporto contiene la "top ten" delle crisi umanitarie e un'analisi realizzata in collaborazione con l'Osservatorio di Pavia sullo spazio dedicato alle crisi umanitarie dai principali telegiornali della televisione generalista in Italia.

MSF, con il patrocinio della Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), lancia inoltre la campagna "Adotta una Crisi Dimenticata" per chiedere a quotidiani e periodici, trasmissioni radiofoniche e televisive e testate on-line di impegnarsi a parlare di una o più crisi dimenticate durante i prossimi 12 mesi, fino alla presentazione del prossimo rapporto nel 2010. Una campagna che ha già visto importanti adesioni da parte di diverse testate giornalistiche e che vedrà coinvolte anche numerose università e scuole di giornalismo.

Le dieci crisi umanitarie identificate da MSF come le più gravi e ignorate nel 2008 sono:

la crisi sanitaria nello Zimbabwe;
la catastrofe umanitaria in Somalia;
la situazione sanitaria in Myanmar;
i civili nella morsa della guerra nel Congo Orientale (RDC);
la malnutrizione infantile;
la situazione critica nella regione somala dell'Etiopia;
i civili uccisi o in fuga nel Pakistan nord-occidentale;
la violenza e la sofferenza in Sudan;
i civili iracheni bisognosi di assistenza;
la coinfezione HIV-TBC.
L'analisi delle principali edizioni (diurna e serale) dei telegiornali RAI e Mediaset conferma la tendenza riscontrata negli ultimi anni di un calo costante delle notizie sulle crisi umanitarie, che sono passate dal 10% del totale delle notizie nel 2006, all'8% nel 2007 fino al 6% (4901 notizie su un totale di 81360) nel 2008.

Di queste, solo 6 sono quelle dedicate all'Etiopia, dove la popolazione della regione somala, intrappolata negli scontri tra gruppi ribelli e forze governative, continua a essere esclusa dai servizi essenziali e dagli aiuti umanitari, e nessuna alla coinfezione HIV-TBC, nonostante la TBC sia una delle principali cause di morte per le persone affette da HIV/AIDS e circa un terzo dei 33 milioni di persone con HIV/AIDS nel mondo è affetto da TBC in forma latente.

Per altri contesti dove sono in corso da anni gravi crisi umanitarie, l'attenzione dei media si concentra esclusivamente su un breve lasso temporale in coincidenza con quello che viene identificato come l'apice della crisi. È il caso del Myanmar, di cui i nostri TG si occupano solamente in occasione del ciclone Nargis, che pure rappresenta solamente l'ennesimo colpo inferto a una popolazione quasi dimenticata dal resto del mondo, dove l'HIV/AIDS continua a uccidere decine di migliaia di persone ogni anno, la malaria continua a restare la principale causa di morte e ogni anno vengono diagnosticati 80mila nuovi casi di tubercolosi. Ed è il caso della provincia del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo, dove anche nel 2008 sono proseguiti i combattimenti tra l'esercito governativo e diversi gruppi armati, che sono degenerati in una vera e propria guerra a partire da agosto, che ha provocato la fuga di centinaia di migliaia di persone. I nostri TG ne hanno parlato quasi esclusivamente in occasione dell'assedio della città di Goma a ottobre e novembre.

Nel caso di crisi umanitarie cui i TG hanno dedicato uno spazio notevole, come l'Iraq o il Pakistan, va tuttavia notato come le notizie relative alla drammatica situazione umanitaria della popolazione civile irachena o di quella del Pakistan nord-occidentale, rappresentano una netta minoranza. Vengono invece privilegiate, nel caso dell'Iraq, oltre alla cronaca degli attentati, le notizie sul dibattito politico in Italia o negli USA; nel caso del Pakistan, le elezioni e la cronaca degli attentati.

Infine, anche per il 2008 viene confermata la tendenza, da parte dei nostri media, di parlare di contesti di crisi soprattutto laddove riconducibili a eventi e / o personaggi italiani o comunque occidentali. Emblematici in questo senso sono la crisi in Somalia, a cui i TG hanno dedicato 93 notizie (su 178 totali) che coinvolgevano uno o più nostri connazionali; la malnutrizione infantile, di cui si parla principalmente in occasione di vertici della FAO o del G8; il Sudan, cui si fa riferimento principalmente per iniziative di sensibilizzazione che vedono coinvolti testimonial famosi e per notizie circa l'inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale per il presidente del Sudan.

"Medici Senza Frontiere (MSF) è nata con l'obiettivo di portare soccorso alle popolazioni in pericolo e di testimoniare della loro situazione. L'azione di testimonianza, che significa raccontare la vita e le sofferenze delle popolazioni vittime della guerra, delle malattie e delle catastrofi naturali, è per noi essenziale", afferma Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia. "Raccontare significa anche sollevare un problema che altrimenti rischia di rimanere sconosciuto, significa richiamare alle proprie responsabilità nei confronti delle popolazioni in pericolo i governi e le istituzioni, significa lanciare un grido d'allarme quando persino la nostra azione, l'azione umanitaria, viene ostacolata. È spesso difficile, in Italia ma anche nel resto del mondo, raccontare la vita e le sofferenze dei milioni di persone che incontriamo e curiamo ogni anno in oltre 60 paesi del mondo. Per questo MSF è impegnata in un'azione di stimolo costante nei confronti dei mass media affinché non tralascino di informare sulle realtà dei tanti contesti di crisi nel mondo, nell'erronea convinzione che questi non interessino. La nostra speranza è che i media italiani accettino la sfida di raccontare le crisi umanitarie, nella consapevolezza che raccontarle sia il primo passo verso affrontarle e risolverle, aderendo alla campagna Adotta una Crisi Dimenticata."

sabato 7 marzo 2009

AMERICA LATINA: La recessione minaccia il commercio equo

CITTA DEL MESSICO, 17 febbraio 2009 (IPS) - La recessione economica mondiale minaccia lo sviluppo del commercio equo latinoamericano. I dirigenti della rete di sostegno di questa forma di scambio alternativa cercano con urgenza nuovi contatti per valutare la situazione e definire nuove strategie d’emergenza.


La maggior parte dei rappresentanti delle organizzazioni del commercio equo intervistati stima che l’impatto sarà inevitabile, ma c’è anche chi vede la crisi con ottimismo, come le reti e piattaforme di Argentina e Brasile, che sperano perfino in un miglioramento.

Rubén Ravera, portavoce della Rete argentina del commercio equo, è tra coloro che prevedono uno scenario difficile. È assai probabile che a causa delle ristrettezze economiche, “la convinzione del consumatore del commercio equo risulti compromessa”, ha osservato.

Eduardo Rojo, direttore della associazione civile del Commercio equo in Messico, sottolinea che “si percepisce la disperazione e il senso di emergenza tra tutti i membri” delle reti impegnate nel settore.

Rojo ha avvertito che sebbene “l’impatto dei prezzi dei prodotti ancora non si avverta, i negoziati per la loro collocazione sul mercato sono sempre più difficili”.

Il commercio equo utilizza i canali di mercato alternativi creati a partire dagli anni ’80 tra i consumatori, per la maggior parte dei paesi del Nord industriale, e i piccoli produttori agricoli e gli artigiani delle nazioni del Sud in via di sviluppo, sottraendosi al controllo delle multinazionali e fissando nuove regole per la produzione e il lavoro.

Si stima che i produttori dediti a questa attività siano circa 1,4 milioni.

Gli acquirenti pagano prezzi più alti, in cambio di un’attività certificata da diversi meccanismi, che rispetta l’ambiente, punta ad una organizzazione sociale più equa e produce beni di qualità, per la maggior parte biologici.

Le vendite globali del commercio equo hanno sfiorato nel 2007 i 2,9 miliardi di dollari, il doppio rispetto al 2005, secondo i dati di Fair Trade Labelling Organizations International (FLO), con sede in Germania.

Anche se mancano i dati definitivi per il 2008, Gabriela Frers, direttrice per l’America Latina dell’Organizzazione mondiale del Commercio equo, ha segnalato che lo scorso anno alcune reti che vendono in Europa, Stati Uniti e Canada hanno già registrato un calo del cinque per cento.

“La crisi finanziaria cominciata negli Stati Uniti sta generando recessione anche in altri paesi del Nord, che sono i principali consumatori del commercio equo, e questo si ripercuoterà senz’altro sulle vendite”, ha detto Frers dai suoi uffici in Paraguay.

Zucchero, cacao, caffè, banane, fiori, frutta, miele e tè sono alcuni dei principali prodotti venduti sul mercato del commercio equo.

Secondo Frers, il 64 per cento delle vendite latinoamericane va all’estero, in particolare negli Stati Uniti, Canada, Spagna, Francia, Italia e Gran Bretagna.

Le organizzazioni che lavorano sui mercati alternativi, motivate della crisi, hanno aperto un dialogo per definire nuove strategie, ha spiegato il messicano Rojo.

Mancano stime precise sul numero dei produttori latinoamericani che partecipano al commercio equo, ma solo in Messico, tra i paesi più dinamici nel settore, si calcola che coinvolga 50mila famiglie contadine. Tra l’80 e il 90 per cento delle vendite messicane, in particolare il caffè biologico, sono dirette ai mercati del Nord ricco.

Ma non sempre questo settore dipende dalle esportazioni. In Brasile e Argentina, ad esempio, sono le vendite sul mercato interno che hanno permesso alle reti di sostenersi.

In Brasile, “l’economia solidale, vicina al commercio equo, rappresenta 3 miliardi di real (circa 1,304 miliardi di dollari), intorno all’1,5 per cento del prodotto interno lordo, e 22mila attività”, ha segnalato Rosemary Gomes, presidente di Faces do Brasil, una rete di gruppi che lavorano nel campo.

“L’economia solidale e la sua rete commerciale sul mercato interno non risentono ancora degli effetti della crisi, mentre le esportazioni sì”, ha precisato.

Tra le strategie già promosse vi è il commercio equo Sud-Sud, soprattutto alimentare e fedele al principio della sovranità alimentare, per esempio tra paesi latinoamericani, ha spiegato Gomes.

La FLO stimola la diversificazione degli scambi in America del Sud e con il Messico, oltre a promuovere altre istanze nazionali per riuscire a competere con i supermercati: una strategia che nella crisi andrà rafforzata. Anche i produttori esportatori si sentono più tutelati con il commercio equo, per i “vantaggi nei prezzi e il pagamento già stabilito prima di iniziare la produzione”. Per di più, beneficiano di alcune politiche pubbliche, come gli incentivi all’agricoltura familiare, e per questo la crisi non incoraggia l’abbandono del progetto, ha sostenuto.

Nelle crisi passate, tra i produttori di caffè biologico “è sopravvissuto solo chi era nel settore del commercio equo, che ha mantenuto gli stessi prezzi”, ha osservato.

In tutto questo, saranno i “diritti sociali” ad essere più colpiti, per la precarizzazione del lavoro e le condizioni di vita dei produttori”, ha commentato Gomes.

Edson Marinho, responsabile commerciale di Ética Comercio Solidario, un’impresa brasiliana formata da diversi gruppi non governativi e movimenti sociali, ha dichiarato che le vendite in Europa di frutta fresca, in particolare del mango, hanno subito una contrazione nel 2008, anche se attribuita ad un eccesso di offerta.

Chi invece non ha problemi è Marcelo Paranhos, direttore della Associazione Mango del Brasile, cui aderiscono 80 produttori con 500 ettari di terra coltivata.

Nel 2008, il suo raccolto di mango ha raggiunto le 3.500 tonnellate; ne è stato esportato il 40 per cento, di cui un terzo attraverso le reti del commercio equo.

”Quest’anno prevediamo buoni risultati… Speriamo di duplicare le esportazioni” del commercio equo, ha dichiarato Paranhos.

A suo parere, la recessione è un’opportunità di valore aggiunto, per cercare nuovi mercati interni ed esterni, vendere prodotti confezionati ed abbattere i costi. Tutto questo “è possibile proprio grazie al commercio equo”, ha aggiunto.

La pensa allo stesso modo anche María Minuet, presidente della Associazione donne microimprenditrici dell’Argentina, incentrata sulla produzione di fibre naturali e creme cosmetiche elaborate a base di piante autoctone.

”Non vediamo alcun rischio. Abbiamo produttori competitivi, contatti fuori dal paese, e non puntiamo ad una produzione su larga scala”, ha spiegato.

Secondo Sebastián Homts, dell’organizzazione Arte y Esperanza de Argentina, il commercio equo nel suo paese è un elemento nuovo e poco conosciuto. Il gruppo non esporta, ma ha tre punti vendita a Buenos Aires, dove si distribuiscono prodotti elaborati da 500 famiglie indigene di otto etnie diverse.

Homts ha affermato che attraverso iniziative in grado di diffondere i benefici del commercio equo, il settore si manterrà relativamente integro nel mezzo della tempesta.

Ma le voci ottimistiche non attenuano l’allarme. ”La crisi mondiale si ripercuote anche sulle nostre reti. Il calo delle esportazioni in America Latina è già una realtà, e interessa anche i prodotti del commercio equo”, ha fatto notare Frers, il cui gruppo ha venduto prodotti per circa 44 milioni di dollari nel 2007.

Per affrontare il nubifragio, Frers e Rojo cercano di dare impulso ai mercati locali, e di stringere nuove relazioni tra le organizzazioni coinvolte nel settore.

mercoledì 4 marzo 2009

Programmazione Marzo 2009

PROGRAMMAZIONE MARZO 2009

Domenica 1 marzo:
PARLIAMO DI NOI: RASSEGNA AL FEMMINILE.
ORE 18 “Quattro mesi, tre settimane, due giorni” vincitore della Palma d'Oro come miglior film al Festival di Cannes.
A cura di : Valentina Corneli e Marta D’eugenio.

Giovedì 5 marzo:
RASSEGNA: “DISAGIO GIOVANILE E SOCIETA’ DEL 2000”
0RE 21:30 “La guerra di Mario”(It) di Antonio Capuano.
A cura di: D’Emilio Domenico

Sabato 7 marzo:
EVENTO POETICO LETTERARIO. ORE 21
PRESENTAZIONE DI "OLIVER" DI MARIELLA MUSITANO E "L'AMORE CHE NON C'E'" DI KAREN LOJELO EDITI DA MJM EDITORE. PRESENTERA' L'EVENTO BEPPE COSTA.
Domenica 8 marzo: FESTA DELLA DONNA!
Ore 19. Aperitivo con le “Rosetane” .

Mercoledì 11 marzo. Ore 21
“INCONTRI CON LA STORIA DELLA MUSICA INDEPENDENTE”.
PRIMA PUNTATA: Il Punk come libera espressione di idee, rifiuto del mercato, delle sue regole e la filosofia del "Do It yourself" ("Fattelo da solo"): l'esperienza artistico-intellettuale e anarchica dei Crass, Wire, Minutemen, Fugazi e Steve Albini.
A cura di: DANILO DI FELICIANTONIO.

Giovedì 12 marzo. Ore 21:30
RASSEGNA “DISAGIO GIOVANILE E SOCIETA’ DEL 2000”
“Piccoli ladri” di Marziyeh Meshkini (Iran)
A cura di: D’ Emilio Domenico

Domenica 15 marzo. Ore 18
PARLIAMO DI NOI: RASSEGNA AL FEMMINILE
“L’Albero di Antonia” dalla regista, scrittrice e femminista olandese Marleen Gorris.
Oscar al miglior film straniero nel 1996.
A cura di: Valentina Corneli e Marta D’eugenio.

Mercoledì 18 marzo. Ore 21
"Our band could be your life - Incontri sulla storia della Musica Indipendente".
Seconda Puntata: La provocazione nell'era del nuovo capitalismo industriale. La musica Industrial come parodia grottesca dell'alienazione dell'individuo: l'esperienza di Jim Thirlwell, Swans, Cop Shoot Cop, Chrome.
A cura di: Danilo di Feliciantonio.


Giovedì 19 marzo. Ore 21:30
RASSEGNA “DISAGIO GIOVANILE E SOCIETA’ DEL 2000”
“Paradise Now” di Hany Abu-Assad (Palestina)
A cura di: D’ Emilio Domenico.

Sabato 21 marzo. Ore 22
"INDOVINA CHI E' ARRIVATA” Festa al Chaikhana!
JAM SESSION LIVE MUSIC

Domenica 22 marzo. Ore 21:30
PARLIAMO DI NOI: RASSEGNA AL FEMMINILE
“Persepolis” di Marjani Satrapi (Francia)
Il film ha vinto il Premio della giuria al Festival di Cannes 2007
A cura di: Valentina Corneli e Marta D’Eugenio

Mercoledì 25 marzo. Ore 21
"Our band could be your life - Incontri sulla storia della Musica Indipendente".
Terza puntata: Il folk alternativo come rinascita dal basso e riscoperta intellettuale della musica popolare. L'evoluzione "esistenziale" del genere sull'esempio di Bob Dylan, e Nick Drake. L'esperienza di Dylan, Drake, Will Oldham "Bonnie Prince Billy", Angels of Light, Calexico.
A cura di: Danilo di Feliciantonio

Giovedì 26 marzo. Ore 21:30
RASSEGNA “DISAGIO GIOVANILE E SOCIETA’ DEL 2000”
“Belevier” di Henry Bean(USA) Si può essere ebrei ed antisemiti? Il regista esordiente Henry Bean prova a raccontarci la storia di Danny Balint, diviso tra lo studio della Torah e l'odio per ciò che rappresenta.

Venerdì 27 marzo. Ore 22
A L O N E. Presentazione del nuovo CD di Antonello Recanatini.
Con la partecipazione di: Danilo di Feliciantonio e Natalino Clemente.


Nota: La programmazione potrà essere arricchita successivamente.

Emergency_Incontro pubblico.