martedì 27 novembre 2018

Storia della liquirizia in Abruzzo presso il Chaikhana


Incontro con il Dott. Adriano Di Santiis
Per la presentazione del suo libro: “Storia della liquirizia in Abruzzo” con la casa editrice Ricerche&Redazioni. 
La liquirizia, conosciuta e coltivata sin dal 1400. Già nel Medioevo, i frati domenicani estraevano il succo di liquirizia, tra i primi a diffondere l’uso della virtuosa radice in tutta Europa. 
l'Abruzzo già nell'800 si affermava nel panorama dolciario italiano come una delle regioni più' attive nella produzione di liquirizia che, richiamava molti forestieri soprattutto calabresi che spinti proprio dalla cospicua presenza di questa pianta utilizzavano i territori costieri abruzzesi come terre di conquiste e di imprenditoria. 
In un viaggio nel tempo sotto la guida dell'autore, ci addentreremmo nella storia del nostro territorio, conoscendo e approfondendo su come una radice nasconda in se non solo tanta bontà, ma tanta storia delle radici del popolo abruzzese!

"Il libro di Adriano De Ascentiis racconta per la prima volta l'affascinante storia della presenza, coltivazione e trasformazione della liquirizia in Abruzzo, con un focus sulla città di Atri. La presentazione è firmata dal naturalista Aurelio Manzi.
Fin dall’antichità la radice di liquirizia è stata utilizzata dall’uomo come farmaco, fino a quando, intorno al ’700, ne vennero scoperti gli utilizzi alimentari e dolciari.
L’autore ripercorre le vicende che legano questa radice alle genti dell’Abruzzo, soprattutto quello costiero. Un viaggio che, attraverso un’approfondita ricerca d’archivio, permette al lettore di tuffarsi nelle storie che hanno consentito la nascita di una vera e propria economia, dove opifici, operai e contadini sono stati per un lungo periodo attori di un processo di industrializzazione di territori altresì strettamente legati all’agricoltura di sostentamento e alla pastorizia.
Nei vari capitoli del volume troverete informazioni inedite, racconti di vita, fotografie, cartografie e stampe antiche che vi aiuteranno a comprendere il forte legame diqueste terre con la “radice dolce”.
Nella foto (a pagina 60 del volume), il reparto forme per scatolette Tabù della Menozzi De Rosa, anni ’50." Giacinto Damiani (Ricerche e redazioni Editore)


martedì 13 novembre 2018

Aperitivo letterario & Incontro con l'autore: Salvatore D'Ascenzo


DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018 ORE 18

Aperitivo letterario & Incontro con l'autore: Salvatore D'Ascenzo
"L’uomo vuole andare sulla luna senza calpestare le aiuole", è una raccolta contrassegnata, sin dal titolo, dal paradosso. 
A essere ritratti nei brevi racconti che la compongono, sono tutti quegli ultimi che la società “bene” lascia volutamente ai margini coloro che risultano essere incapaci di alzare l’interesse della collettività che si muove con i suoi riti all'interno delle trappole che crea per se stessa.
Si crea così, racconto per racconto, una sorta di parabola dell’uno contro molti, sia quell'uno il detenuto, il clochard o semplicemente il ragazzo comune che, sotto nomi strampalati ed antiquati, racconta la storia di chi non sa o non vuole darsi la maschera del vincente. Realtà e paradosso si mescolano per raccontare lo sguardo di tutti questi ultimi cui, in fondo, è delegata la capacità di ‘vedere’: sono essi, pur ridotti sulla strada o schiacciati dagli incubi o dalla follia, a trovare nei meccanismi stritolanti delle convenzioni sociali il bello che la natura può offrire, come la pioggia che il detenuto, unico, scruta con vivo interesse dalla sua cella, o come lo spettacolo offerto dagli uccelli che si radunano a gruppi sopra la stazione che il clochard osserva mentre, attorno a lui, la folla cerca di immortalare la bellezza con i cellulari, perdendola.
Sono gli ultimi protagonisti della raccolta che, con il loro sguardo impietoso, svelano la pochezza di una società più impegnata a rappresentarsi che a vivere; sono loro che, infine, sembrano aver scoperto “l’anello che non tiene” di montaliana memoria. Essi si rivelano, così, vincenti pur nelle sconfitte quotidiane. 
Lo stile della narrazione passa, dunque, dal sorriso, all'amarezza, alla fascinazione dell’incubo per ritrarre una società festaiola che emargina chi non si allinea, mentre soffoca se stessa.

AUTORE: Salvatore D’Ascenzo, 
classe ’82, è istruttore cinofilo. I suoi interessi vertono, principalmente, sull'etologia e la biodiversità.
Ha svolto attività umanitaria in Italia e all'estero, lavorando presso l’orfanotrofio “Kidane Mehret” di Addis Abeba e presso il Campo “Aida” di Betlemme. È stato inviato per la Casa editrice Evoé nel Nepal distrutto dal disastroso terremoto del 2015, dando alle stampe il reportage Mattoncini rossi che è stato tradotto e distribuito in Canada col titolo Red Bricks. I fondi raccolti dalla vendita del libro hanno contribuito alla ricostruzione di una scuola nel distretto di Dhading a Kathmandu.
Per la Casa editrice Evoé ha pubblicato, inoltre, la raccolta Colpi di coda e I numeri dispari sono di troppo, libro scritto in collaborazione con otto detenuti di alta sicurezza del Carcere di Castrogno a Teramo. 
Con la infinito edizioni ha pubblicato The beagle’s. Storia e leggenda di un Don Chisciotte a quattro zampe e il romanzo per bambini La Ballata del sottosuolo con Il ciliegio edizioni. Ha partecipato, inoltre, all’antologia Alla prossima fermata edita da DistanzeLab.