L’AQUILA. «Siate inadeguati a questo mondo che ci propone falsi idoli! Siate inadeguati!» Lo slogan di don Luigi Ciotti ai ragazzi delle sue comunità, diventa il filo conduttore della conferenza organizzata dall’associazione "Libera" dal tema "Cittadini fra legalità e responsabilità", nel teatro Don Orione di Avezzano nella diocesi dei Marsi alla presenza del vescovo Pietro Santoro.Don Ciotti ha esordito citando l’esperienza di don Bosco, sottolineando la valenza educativa, come fondamentale per sconfiggere le mafie: «Il nostro impegno deve partire dai ragazzi, dall’educazione alla legalità».
Cita così i testimoni e i martiri delle mafie, tra i quali don Pino Puglisi, don Peppe Diana, molti erano preti, educatori, capi scout. Don Ciotti afferma con forza: «Abbiamo la responsabilità della ricerca delle verità scomode, la denuncia è annuncio di salvezza» e poi tuona: «Chi sa deve parlare!. Bisogna educare le coscienze - continua - ad assumersi le proprie responsabilità. Ormai si parla sempre di società civile, ma in fondo tutti siamo civili. Io preferisco parlare di società responsabile. I ragazzi non cercano adulti perfetti, ma adulti credibili: noi abbiamo una grande responsabilità. La grande sfida culturale è quella dell’educazione». Il discorso poi scivola sui media, spesso incapaci di fare sana educazione, pronti a creare suggestioni e falsi bisogni. Calorosa è stata la reazione del vescovo all’incontro con don Ciotti definito da lui «testimone dell’Altro e dell’altro». Il coordinatore di "Libera" dell’Abruzzo, Giuseppe La Pietra, moderatore dell’incontro, ha sottolineato i dati allarmanti che emergono dagli ultimi studi e dalle statistiche circa la piaga dell’usura in Abruzzo, che si trova all’ottavo posto fra le regioni a rischio usura mentre la provincia dell’Aquila al 21esimo posto fra le province italiane. «Siamo tutti dentro una grande desertificazione dell’anima: l’invasione dei media, il disincanto per la presenza attiva nella società, la rassegnazione verso gli angoli bui dell’illegalità, il ripiegamento dentro un privato fatto di silenzi è
necessario riaccendere la stella della speranza reagendo alla cultura dell’impotenza e della rassegnazione». Queste le parole del vescovo Santoro che sottolinea l’impegno della diocesi a combattere l’usura grazie alla "Fondazione Antiusura Jubileum".
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