mercoledì 23 aprile 2014

ANTONELLO RECANATINI PLAYS ABRUZZO INVENTED PUNK


Il 25 aprile, presso il Circolo Culturale Chiakhana, ANTONELLO RECANATINI presenta "Abruzzo Invented Punk", nel luogo in cui è stato registrato, suonandolo integralmente, accompagnato dai musicisti che hanno contribuito alla realizzazione del suo ultimo disco: Danilo Di Nicola,Claudio Di Nicola, Miriam Di Sabatino, Andrea Marramà e Danilo Felix Di Feliciantonio.

Hanno scritto di questo lavoro:

"È una presentazione di uno spaccato intimo e riservato alla compagnia di alcuni compagni di viaggio, amici di una vita, affini in una ricerca, in musica, spirituale. Anche l'ambiente di registrazione non è uno studio, bensì un luogo di incontri culturali, il Chaikhana. E qui, dopo concerti, presentazioni, bevute e chiacchiere si incontrano sei ragazzi ed una ragazza e fanno la loro cosa, in punta di piedi. Anche quando il ritmo accelera e il motore si scalda (la title track, "Broadway 39", "Glinting") si ha la sensazione di ascoltare musicisti in punta di fioretto. Le incursioni di tromba nel trittico "Abruzzo Invented Punk", "Old Synthax" e "Broadway 39" aprono a contaminazioni jazz riuscite. Così come la chitarra elettrica arricchisce, con arpeggi circolari a tenuta stagna, di significati espressivi il climax delle composizioni.
Altre volte brevi stralci di synth e rumori d'ambiente evidenziano il lato provvisorio della musica, disturbandola con accidenti naturali. E, sopra a tutto, una scrittura elegante e raffinata di versi mai banali con una propensione verso lo stile beat generation curiosamente contaminato con la fantascienza di Philip K. Dick ed Isaak Asimov, soprattutto nei titoli." (Eugenio Di Giacomantonio - Perkele.it)

"Sebbene sia molto morbido e scarno (voce, chitarra e tromba), questa semplicità lo rende molto riflessivo e godibile, tendente ad una tranquillità e ad una calma quasi crepuscolare e immaginifica, che ci fa, appunto, approdare a tramonti di lontani luoghi di frontiera, in perfetto stile sci / fi-folk di Recanatini.
Anche in questo caso, come accade per quasi tutti i brani di Recanatini, che spesso hanno suggestioni nella scrittura superiori a quelle della musica, i testi sono molto belli e ci cullano nell’ascolto con frasi che ci rimangono impresse."
(Anna 'G' Gala - MolaMola Webzine)

"Antonello rimane perlopiù nel solco dell'amore, comunicando l'incomunicabilità (perdonatemi la ripetizione) acuita dai moderni mezzi di comunicazione come nella title track, mostrando tragiche storie di assuefazione e reclusione in cui le colpe ricadono anche sugli istituti volti ad aiutare i protagonisti della storia (“Broadway 39”) e prendendo a prestito Kerouac in “Old Buddy”. E' la solitudine a fare da altro tema ricorrente, a volte lenita da qualcuno al nostro fianco a volte acuita dalla sua assenza, ma il fatto che nella conclusiva “The Fall Of The Central Galaxy” (proposta anche in una non troppo dissimile versione remixata) le strofe iniziali recitino “Are leaving the planet my thoughts/ lifting drones of quasars and velvet lights/ testifying the past/ lost thru the mass all loves” lascia poco alla speranza che fra i due sentimenti citati sia il primo a risultare vincitore."
(Stordisco Webzine)

"In girum immus nocte et consummimur igni , “vaghiamo per la notte e siamo consumati dal fuoco” titolava saggiamente un debordante, scusate il gioco di parole, DeBord in uno dei suoi ultimi scritti. Vaghiamo per la notte (la notte dell’anima, della coscienza) consumati dal fuoco e aggiungerei, ascoltiamo Abruzzo Invented Punk. Ovvero il ritorno sulle scene di Antonello Recanatini, artista folk attivo da oltre venti anni, che con il nuovo simposio artistico, tenta di restituire alla musica d’autore un concept di testi critici nei confronti della realtà. Abruzzo Invented Punk restituisce al genere un prodotto per nulla arrugginito dagli anni, musica che AR, a capo di un gruppo coeso di musicisti affiatati, suonano con naturalezza. Il suo è un songwriting onesto, schietto, quasi essenziale nel veicolare i tormenti dell’autore attraverso un suono di matrice folk-cantautoriale, il tutto però è abbastanza sporco da farci gridare al miracolo. In un mondo dove ormai il look è ciò che conta di più, fa grande piacere vedere chi butta ancora le mani nel fango per raccontarci certe storie. Una narrazione di scoperte e tentazioni minimaliste dal respiro soffuso e con un elemento organico che costituisce il ritmo invisibile e la forma dentro la quale si muovono le melodie. Dodici pezzi, inni minimalisti, notturni, fumosi, come l’artwork rigorosamente in bianco e nero, come i ricordi spariti, della nascita. Nessun paragone, è musica fatta di battiti cardiaci, nervi e c’è molto di più di quello che sembra, nelle profondità di Abruzzo Invented Punk. Il vero tessuto, quello intimo, spesso negletto, lo si trova dopo alcuni ascolti. La concretizzazione di un processo musicale che, oggi raggiunge la piena maturità artistica. Per il sottoscritto un patrimonio tutto abruzzese."
(Maurizio Di Battista - The Ship Magazine)

"I l'Abbruzz lu seghess e ce facess n'isola."
(Paolo Brandimarte)



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