domenica 20 marzo 2011

150 Modi DiVersi per l'Italia





Una bella iniziativa quella commemorativa ai 150° Anniversario dell'unità d'Italia il giorno 18 marzo organizzata al Circolo Culturale Chaikhana.

Gli organizzatori hanno offerto tre importanti eventi:


Vernissage di Maria Giulia Bagnuolo di Alberobello(Puglia) in sede fino al giorno 27 marzo quando alle ore 17 si offrirà  un aperitivo e chiusura della mostra.
La mostra di Maria Giulia Bagnuolo merita di essere visitata, davvero bella! Dipinti all' olio di una raffinatezza unica. Poi le uova in ceramica! Anche esse dipinte a mano e curate nei minimi dettagli... Quelle in vendita per i regali pasquali.








Poi la volta della presentazione del libro di Riccardo Solari "Satirik - rime per un regime" poesie, versi rimati con l' ironia e la destrezza che solo Riccardo sa fare, facile strapparci un 'applauso! Il ricavato nella vendita di questo libro, sarà devoluto in beneficenza a Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi(ragazzo uccisso nelle carceri francesi) come sostegno delle spesse legali per far luce sulla vicenda di suo figlio.
Info: ar





Infine arriviamo al reading di poesie! Poesie fresche, proprie di ogni uno dei partecipanti. Poesie pro, poesie contro.
Poesie coraggiose, poesie ricche di emozione in un'ambiente allegro e conviviale.
Infine la magnifica torta commemorativa offerta da Chaikhana a tutti gli invitati!






150. RACCONTO BREVE.

Sara pelava le patate, avrebbe fatto uno sformato saporito proprio come quello di sua madre. Era importante oggi imbandire la tavola con le pietanze più buone, era festa. I Padroni avevano stabilito così.
Un giorno al mese, tutti si riunivano e festeggiavano. Nessuno lavorava, solo alcuni ragazzi capaci di suonare lo facevano, ma perché una festa senza musica non era la stessa cosa.
Oggi era un giorno importante, i Padroni dissero che bisognava festeggiare ancora di più, ormai erano 150 mesi che li avevano portati lì e in molti erano d'accordo.

Anche Sara era contenta, da quando dodici anni e sei mesi prima li avevano riuniti in quel posto aveva potuto conoscere persone con una mentalità molto diverse dalla sua, modi di fare diversi, ricette diverse e anche la lingua che parlavano era diversa. Almeno quella che parlavano all'inizio. Poi tutti si adattarono a parlarne una nuova, quella che i Padroni avevano ritenuto più opportuna, perché come avevano spiegato sarebbe stato più facile comunicare in quel modo,ed era vero.

Quindi cucinava Sara ed era contenta di quel giorno di festa.
La cucina affacciava con una grande finestra sulla strada, e Vincenzo non poté fare a meno di fermarsi a salutare quando la vide cosi allegra.
“buon giorno. Prepari per la festa?”
“si si, tu no?” disse Sara sorridendo in direzione dei profondi occhi neri di lui.
“non lo so, ogni mese festeggiamo”- si avvicinò a lei come a non volersi far sentire da altri-” tu lo ricordi perché siamo qui?”
“Ci hanno riunito i Padroni”
“Si ma perché?”
“perché uniti siamo più forti!”
“Non lo so, delle volte...delle volte vorrei andarmene da questo posto. Vedere ancora una volta il cielo, quello vero, scegliere io da che parte stare, dove andare, quando e se lavorare”
“Enzo tu sei sempre il solito matto. Di cielo in fondo è bello anche questo. Poi ovunque andrai ci saranno sempre delle regole da rispettare, tanto vale...”

Effettivamente il cielo che sovrastava i nostri protagonisti era un celo di compensato, un po' come anche il paesaggio montano in lontananza, i muri delle case, la facciata della chiesa e tutto il resto. Perché vedete ci eravamo dimenticati di dire che questo paese era interamente costruito all'interno di un enorme capannone.
I suoi abitanti vi furono portati da un gruppo di visionari che si facevano chiamare i “Padroni” 150 mesi prima, alcuni dopo un opera di persuasione, altri con modi meno gentili. I Padroni si davano il cambio ogni mese per non rischiare la dittatura e decidevano il da farsi per il bene di tutti. Inizialmente in molti si ribellavano, ma con il tempo, tutti riuniti sotto uno stesso cielo di compensato, avevano iniziato a seguire le stesse regole, a scegliere con quale Padrone allearsi, in che zona del capannone voler vivere. E ogni mese si festeggiava.

“ tanto vale cosa? Adattarsi? Tapparsi il naso?” gli occhi di Vincenzo si accesero a cercare qualcosa, forse, nella direzione sbagliata.
“tanto vale stare dove ci possiamo incontrare” sospirò Sara senza sapere come le fosse arrivato il coraggio di una tale affermazione.

Così come spesso accade le domande di Vincenzo si persero tra il rossore delle guance di quella ragazza che pelava le patate. Le sorrise, le mando un bacio con la mano e dopo averla salutata si sentì più leggero.
Sara buttò le patate nel pentolone e iniziò a tagliare il prosciutto a dadini, con la luce del faro principale che le riempiva la cucina. Ora era ancora più felice di prima, perché Enzo finalmente si era accorto di lei. Guardo fuori in direzione della finestra dove fino un attimo prima splendeva il suo volto di malandrino e vide il cielo.
Però com'era bello quando il cielo si muoveva, quando non sapevi che colore avrebbe avuto, quando per toccarlo bisognava chiudere gli occhi e sognare. I Padroni dicono che così è meglio, è più sicuro, ma perché?
L'acqua bolliva con dentro le patate e a Sara piaceva l'idea di essere uniti, di far parte tutti dello stesso capannone-paese. Ma c'era qualcosa che non tornava. Come un dettaglio, come qualcosa di talmente esplicito, talmente sotto i suoi occhi che non riusciva a vedere, quel qualcosa non la faceva sentire totalmente felice.
Ma cos'era?
Poi suonò la sirena. Era il modo che avevano scelto i Padroni per avvisare tutti che potevano smettere di lavorare, che era ora di festeggiare e lei smise di pensare.

Emili Spinelli


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