martedì 10 febbraio 2009

LEONARDO DOODERMAN




Biografia breve

Leonardo Dooderman è nato a Pescara nel novembre del 1977.
Nel 1999 si trasferisce a Milano dove consegue una Laurea in Economia e Gestione Aziendale indirizzo Marketing presso l’Università Cattolica.Durante l’ultimo periodo di studi e nei successivi 2 anni si occupa di comunicazione aziendale e formazione per alcune tra le maggiori aziende produttrici di elettrodomestici consumer(Miele,Thomson,LG).
A seguito del sospirato contratto a tempo indeterminato ottenuto in Miele,Leonardo Dooderman decide di licenziarsi,per dedicarsi a tempo pieno alla passione di sempre che presto diverrà una professione.
Attualmente collabora come illustratore con diverse riviste letterarie (New York Review of Books,Le Magazine Litteraire,Edison Square e New Yorker)
Appassionato di cinema, L.D. si occupa inoltre della realizzazione di video clip musicali(Lady Brown Circle,Starsurfers),documentari e shortfilms, alcuni dei quali hanno partecipato a concorsi(Milano Film Festival,Unimovie) ed eventi(“L’Abruzzo che si può”-convegno sull’educazione alla sostenibilità)
Attualmente vive a Pescara e lavora principalmente tra Parigi New York city.
Le sue opere sono presenti in numerose esposizioni nazionali,internazionali e collezioni private.

Provocatorio, ironico, malinconicamente intriso di una comicità sottile e pungente…
Uno stile molto personale, quello di Leonardo Dooderman, comunicato attraverso un linguaggio fortemente espressivo fondato sul giusto compromesso tra poeticità e immediatezza comunicativa. Nelle illustrazioni dell’ artista si percepisce l’avvenuto raggiungimento di una piena consapevolezza tematica e formale che si traduce in una descrizione sarcastica e disincantata della società contemporanea. La scelta dei soggetti è conseguenziale ad una precisa volontà critica, rivolta in particolar modo ad alcuni degli aspetti più tristemente endemici del vivere sociale metropolitano. L’individuo distinto si presenta nel suo pieno confondersi con le masse e in preda a un patologico stato di smarrimento. I protagonisti, inquadrati in una condizione di perplessità, finiscono per rimanere succubi delle proprie stereotipate dinamiche esistenziali. Si assiste in effetti ad una continua disillusione nei confronti di quei valori tradizionalmente considerati mezzi di elevazione morale. Valori fortemente radicati nel nostro immaginario culturale, ma che nella realtà dei nostri giorni finiscono per sfaldarsi inesorabilmente. Lavoro, affetti, ambizioni personali risultano vuoti contenitori di cui l’uomo si circonda, ma nei quali finisce per proiettare solo falsi contenuti. Anche il “sapere”, inteso come fonte di accrescimento, sembra un palliativo inefficace (si noti ad esempio come proprio il libro sia uno tra i temi-soggetto più ricorrenti: es. “Umbrellas”, “Sleeping”, “Food and culture”). Le situazioni descritte, apparentemente del tutto quotidiane, si trasformano nella prospettiva dell’autore in scenari onirici e surreali. Ad emergere è lo stesso subconscio del worker(clerk) messo a nudo delle sue stesse inesorabili mancanze,nevrosi e rinunce .
Inconsapevole vittima e carnefice spregiudicato, l’impiegato-uomo medio diviene
finalmente antieroe moderno, simbolo e icona, supremo rappresentante di un modello sociale in via di saturazione.
I personaggi di L.D. sovente non hanno orecchie,ne occhi,a volte occhiali, succedanei di visioni chiare che non si avrà il tempo di acquisire attraverso un vivere violentato dalla quotidianità.
Nel minimalismo dell’artista ogni elemento assume la funzione di simbolo fortemente caratterizzante.
Si notino ad esempio i simbolismi della stanghetta degli occhiali sempre lontana e indipendente,delle bocche sempre chiuse in un apparente aria di rassegnazione afasica…
In sostanza gli organi ricettivi dei personaggi sembrano parzialmente presenti e utilizzati,quasi volutamente inibiti dagli stessi personaggi rappresentati.
Attraverso un'inesorabile somatizzazione del disagio e della nevrosi ,il "borghese" di L.D., provvederà ostinatamente ad un accrescimento personale,
probabilmente attraverso il consumo,succedaneo di ben altri adempimenti.
In uno stile immediato e inconfondibile, permeato di scale di grigi freddi e colori tenui,
LD. mette in scena una rappresentazione silente ed eloquente del "dubbio".
Citando lo stesso Dooderman:

“I miei personaggi sono solo vittime di una pianificazione forzata di intenti che non avrebbero intenzione di intendere in condizioni di libertà…”

“ L'unione fa la forza...una forza che non rafforzerà il singolo” ”Sbagliando si impara...a sbagliare in modo meno plateale”

“L'accrescimento avrà come risultato ultimo il dubbio,la stessa spinta originaria”.

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