29 Maggio 2010. Serata di premiazione al concorso di poesia "Città di Roseto degli Abruzzi" nel suo 150° Anniversario della sua fondazione.
Il 1° premio, la Rosa D’argento, a Giorgio Mattioli, nato a Ferrara, ma residente a Roma
2° premio targa di riconoscimento a Pietro Fazzari, nato a Napoli, ma residente a Roseto degli Abruzzi.
3° premio targa di riconoscimento a Michele Gioculano, nato a Gioiatauro, ma residente a Giulianova.
Alla premiazione erano presenti: Franco Di Bonaventura, Sindaco di Roseto degli Abruzzi e Antonio Porrini, Assessore al Turismo
La giuria era composta da:
Simone Gambacorta e Walter De Berardinis, entrambi giornalisti; Pasquale Avolio, Direttore didattico del primo plesso della scuola elementare “G. D’Annunzio” e Viriol D’Ambrosio, Direttore didattico del Liceo “Saffo”
La serata è iniziata con un intermezzo musicale a cura del trio THE SHANTIX composto da: Sandra Di Marcantoni(chitarra e voce), Natalino Clemente( viola e percusioni) e Carlo Arteconi(chitarra)
Le prime 10 prime poesie sono state declamate dai due attori rosetani: Anita di Marcoberardino e Marco Monachese accompagnati al piano dal magnifico Maestro, Marco Bassi.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile le realizzazione di questo evento.
"Quando uno sogna da solo è soltanto un sogno. Quando si sogna insieme è la realta che comincia"
Luogo: Villa Comunale Roseto degli Abruzzi
Motivazioni Premio di poesia Roseto
La piccola Rosburgo, una sera(terza classificata)
Un sapore di vita vissuta emerge da questo componimento tecnicamente rigoroso e consapevole. Della poesia si apprezza l’equilibrio entro con cui convivono toni sommessi, autoironia e una sottile vena di malinconia. I giorni, gli incontri, i sospiri e i silenzi che si nascondono tra le parole sono quelli che i giorni ci cavano di bocca, ma sono anche alcuni fra i protagonisti segreti di queste quartine agili e delicate. E su tutti lei, quell’atmosfera che compare come ultima parola e che dice tutto di una sera vicina al mare e alle stelle.
Dedicato a una rosetana dimensione(seconda classificata)
Esiste una dimensione rosetana? Parrebbe di sì, stando a quanto scorre e sgorga da questi versi solitari e ispirati. Anche qui si scorge tra le righe una tessitura nascosta, un gioco di sguardi che scrutano intorno per dare voce all’intimità delle attese e delle speranze. In questa poesia c’è una presenza mascherata da assenza, e sono gli occhi (mai nominati, ma centralissimi), perché tutto quanto essa contiene, tutto quanto essa dice, deriva da uno scrutare, da un cercare ora più disteso ora più inquieto. Come in una preghiera, come in una seduzione.
La Grande Rosa (1° Classificata)
Un dettato anarchico e visionario, un passo irriverente e pugnace, una lingua plasmata su una tensione terremotata e terremotante, sono le caratteristiche principali di una poesia corrosiva e tagliente. Non vi mancano snodi apocalittici, a volte persino di sapore biblico, e vi si incontrano momenti di pura forza espressiva, che dissimulano nella propria giostra una tensione intellettuale e un senso critico dove si riconoscno gli echi dell’inquietudine e della ribellione. Un sentire autentico, unito all’urgenza del dire, può far sì che la “grande rosa” sbocci grazie a una temperatura forte eppure delicata, acuta e “scandalosamente” sincera.
Le fotografie qui:
http://www.facebook.com/album.php?aid=100300&id=1551879963
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