giovedì 19 gennaio 2012

Daniel Johnston Day | A Birthday Celebration @ Circolo Culturale Chaikhana



Daniel Johnston è uno di quegli artisti che non avrebbe bisogno di presentazioni, visto il corpus di capolavori che ci ha regalato nel corso degli anni e l'importanza che essi hanno avuto nell'influenzare la popular music contemporanea.

Nato il 22 gennaio 1961 a Sacramento, da giovane Daniel scopre e si appassiona ai fumetti di Capitan America e alla musica dei Beatles che rimarranno due delle più importanti influenze facilmente riscontrabili, si iscrive ad una scuola d'arte e quasi subito l'abbandona per trasferirsi ad Austin (Texas). Qui parte il viaggio musicale del nostro, che lavora per campare in un McDonalds e registra su cassette, a casa, le sue prime canzoni. Continuerà così per una decina di anni, riuscendo a registrare una cosa come 12 dischi e ad apparire sul programma "Cutting Edge" di MTV senza avere alle spalle produzioni professionali. Johnston inventa infatti quello che verrà considerato da li in poi uno stile che diverrà un vero e proprio genere musicale, il low-fi (low fidelity, “bassa fedeltà”) con i quali la stampa di settore andrà ad etichettare tutti quei lavori musicali non eccellenti come resa sonora, ma capaci di esprimere una semplicità e una naturalezza che le grandi produzioni non sono in grado di rendere.
Nel 1990, dopo aver causato un incidente aereo che ha visto Daniel e suo padre uscire fortunatamente indenni, viene forzatamente ricoverato in un ospedale psichiatrico dove emergono evidenti i disturbi mentali che di li in poi saranno una costante della sua vita: depressione e schizofrenia sono il “mostro” di cui il nostro parla in numerose canzoni, con cui combatte ancora oggi una battaglia epica e umorale, fatta di sconfitte e sonanti vittorie.
Il mondo musicale indipendente americano gli tributa un meritatissimo riconoscimento nel 2004 quando viene rilasciato un doppio album di cover dei suoi brani, intitolato "The great late Daniel Johnston: Discovered Uncovered" che vede tra gli artisti coinvolti gente come Tom Waits, Vic Chesnutt, i Flaming Lips, Beck, Tv on the Radio, Bright Eyes e gli Sparklehorse di Mark Linkous che contribuirà a produrre alcuni dei dischi più recenti (anche se, già da prima, molti altri importanti musicisti americani quali Kurt Cobain, Henry Rollins, i Sonic Youth e i Butthole Surfers avevano più volte citato il nostro come una realtà assolutamente nuova nel panorama della musica mondiale). Due anni dopo è invece il cinema ad interessarsi della sua vicenda e del suo talento: nel 2006 il documentario "The Devil and Daniel Johnston" di Jeff Feuerzeig vince il premio per la migliore regia al Festival di Sundance e permette a Johnston di avere nuova visibilità.

Lo scorso anno, in occasione del suo 50° compleanno, Daniel ha messo su uno show di 24 ore sulla sua web-radio in cui venivano messe in onda le cover dei suoi brani o canzoni da lui ispirate che i suoi sostenitori gli inviavano. Quest'anno anche noi del Circolo Chaikhana ci accodiamo ai festeggiamenti insieme ai musicisti che prendono parte al tributo - Starslugs, The Incredulous Eyes Project, Harry Dean Stanton, Hangovers, Andrea Marramà e Pierluigi Filipponi (delaWater), i The no Use e Antonello Recanatini - realizzando un live set imprevedibile, sincero e assolutamente low-fi che verrà per l'occasione registrato, rimontato ed inviato a Daniel Johnston come regalo per i suoi primi 51 anni

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